«Il fil rouge – dice Correale – è quello dell’avventura umana, nel caso di Moser quella di un uomo che ha saputo rappresentare nel migliore dei modi il suo sport e la sua terra, il Trentino. Una troupe ha accompagnato, per quasi un anno, Francesco Moser per raccontare l’uomo, la sua famiglia, la comunità di Palù di Giovo e la sua eccezionale avventura umana. Il mio è un ritratto del grande campione che racconta la sua vita e la sua carriera in modo credo inaspettato. Nel trailer Francesco parte e torna a Palù di Giovo, ed è quello che ha sempre fatto, anche dopo i successi più prestigiosi, proprio in virtù della forza del suo legame con la sua famiglia ed il suo territorio».
«C’è poi un altro aspetto che ho cercato di sottolineare nella pellicola – aggiunge il regista nato a Sorrento, cresciuto a Milano e ora residente a Roma – vale a dire la capacità di Francesco d’imporsi sugli avversari, personaggi di prima grandezza di uno sport popolare come il ciclismo, ma anche di vincere contro se stesso: Moser è stato un grande campione anche in pista, contro il tempo. Da qui la scelta del titolo Scacco al tempo: a chi lo vede oggi, a più di sessant’anni, il campione trentino appare ancora come un atleta, questa sua prestanza fisica non è che l’ennesima dimostrazione di come abbia vinto quella sfida con se stesso».
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